Il mio percorso professionale

Le mie esperienze nel counseling in Italia

Chi sono e perché ho scelto di diventare Counselor

Mi chiamo Paolo Galimberti e sono un counselor. Aiuto le persone che si trovano in momenti di difficoltà della vita a superare il periodo più difficile e a trovare strategie per migliorare il proprio benessere

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Il mio percorso formativo e professionale

Dopo la maturità di Ragioneria, in cui ho iniziato ad interessarmi di economia aziendale e diritto, per un anno mi sono iscritto alla Facoltà di Economia. Qui mi sono reso conto di come immaginarmi in un ambito lavorativo con la laurea in Economia fosse (per me) troppo impersonale e quindi ho cercato di rispondere a questa mia esigenza di “aiutare e stare in contatto le persone” iscrivendomi a Fisioterapia. Ho superato il test molto selettivo a numero chiuso e sono entrato in facoltà. Sono stati 3 anni impegnativi, ricchi di soddisfazioni e fatiche. Prima dei 23 anni ero laureato e questo mi ha permesso piuttosto precocemente di essere indipendente da un punto di vista economico, di sposarmi e avere dei figli.

Paolo Galimberti Counselor
Dopo la laurea

Ho collaborato come fisioterapista per diversi anni con la fondazione don Gnocchi, in un ambulatorio dove mi sono occupato di riabilitazione di persone con diversi tipi di patologie. Posso dire che è stata un’ottima “palestra”.
A distanza di qualche anno ho iniziato a percepire un senso di insoddisfazione, ad accorgermi di come il mondo della medicina fosse molto ampio e nello stesso tempo di come oltre agli aspetti strettamente specialistici, per curare al meglio le persone serviva interessarsi alla persona nella sua interezza (oltre al corpo).
Ho avuto in quegli anni il mio primo approccio con la PsicoNeuroEndocrinoImmunologia o PNEI, branca della medicina che si occupa di come ci sia una relazione bi-direzionale tra la mente e gli altri sistemi corporei e quindi ho approfondito questi aspetti, incontrando anche altre persone, altri professionisti che la pensassero come me. Questo mi ha indubbiamente arricchito molto e ha portato a cambiare anche il modo di pensare nei confronti della mia quotidianità.

Essere Counselor: è un modo di vivere, non qualcosa che si impara (solo) sui libri

Ispirandomi ad un mio caro collega, che sicuramente ha influenzato il mio modo di essere fisioterapista, ho deciso di iscrivermi nel 2016 al percorso di counseling che mi ha occupato fino all’inizio del 2020.

È stato un percorso lungo, impegnativo che attraverso le lezioni, il tirocinio e i vari incontri che ho avuto mi ha condotto ad essere diverso e soprattutto ad una grande consapevolezza di quanto l’essere sia più importante del sapere.

L’essere incarna una maniera di vivere, non quindi qualcosa che si impara sui libri. La formazione teorico/pratica è stata importante per imparare le giuste modalità di lavoro con i clienti, ma è solo una parte del lavoro. Per poter essere efficaci in una relazione d’aiuto, ritengo fondamentale essere coerenti in tutti gli ambiti della vita. E trovo che questo aspetto, che a tratti vivo con fatica, sia uno degli aspetti che mi caratterizza nell’essere piuttosto che dal fare il Counselor.

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