La paura e l’ansia sono delle emozioni frequenti, nella vita di molte persone, legate molto allo stile di vita e chiaramente anche a tratti del proprio carattere. È fondamentale la capacità di autogestione di queste emozioni e, inoltre, un aiuto può arrivare anche dall’affidarsi ad un counselor professionista, che può essere un faro in un mare tempestoso
Io ho un carattere ansioso e, per la mia sopravvivenza e per il benessere di coloro che mi sono intorno, ho appreso e continuamente utilizzo strumenti di gestione della mia ansia. Per questo comprendo molto bene coloro che ne soffrono.
Cosa sono la paura e l’ansia?
Le emozioni come gioia, disgusto, tristezza, rabbia e paura, secondo le varie teorie esposte da studiosi, sono considerate emozioni di base, vale a dire quelle emozioni da cui poi derivano anche le altre. In effetti le emozioni sono innumerevoli ed è difficile classificarle tutte, in maniera precisa.
L’ansia è una derivata della paura, ne è infatti una delle manifestazioni più coinvolgenti e anche invalidanti.
Andiamo per gradi. Perché esiste la paura? A cosa serve?
La paura ha il grande ruolo di proteggerci, quindi serve a garantire la nostra sopravvivenza. Essa è un’emozione presente in tutti i mammiferi (quindi anche l’uomo) e scatena potenti comportamenti, che servono a conservare la specie: quando vediamo per esempio qualcuno che brandisce un coltello o un’arma, la prima reazione che normalmente si scatena è quella di metterci in salvo, scappando o nascondendoci.
La paura, da un punto di vista neurologico, è gestita in particolare da un piccolo nucleo del cervello che è l’amigdala (presente una a destra e una a sinistra) e dall’ippocampo. Queste strutture cerebrali sono incaricate di farci percepire la paura, valutando anche il contesto che stiamo vivendo: vuol dire che un uomo aggressivo che vediamo la sera in metropolitana, può farci più paura di quando, lo stesso uomo lo vediamo di giorno in una piazza affollata.
Si può dire che, nel momento in cui, il nostro cervello valuta che ci possa essere un pericolo, un elemento che può mettere a rischio la nostra incolumità, ci fa percepire la paura, in modo che si possano mettere in atto dei comportamenti, che ci mettano al sicuro.
Va detto che questi comportamenti, che vengono attuati in seguito alla paura, sono piuttosto individuali, in quanto sono legati anche all’educazione e all’apprendimento da situazioni precedenti.
Per cui qualcuno avrà la tendenza a divenire, in certe situazioni, più aggressivo, altri avranno la tendenza a scappare, altri ancora si “geleranno”, non sapendo bene cosa fare.
Per quanto riguarda l’ansia, come già detto, è una variante della paura e la principale differenza con la paura è che essa è una risposta ad un pericolo percepito, magari già vissuto in precedenza, ma che non si sta vivendo in quel momento.
Il fatto che sia la risposta a qualcosa di percepito, la rende poco visibile e non giustificata, agli occhi degli altri, con il risultato che chi ne soffre tende a nasconderla, perché se ne vergogna.
Si può anche dire che la persona che la percepisce, sia proiettata nel futuro, concentrata sulle possibili conseguenze della situazione in cui si trova.
L’ansia, così come la paura, si manifestano con molti segnali fisici, come sudorazione, respiro corto, senso di agitazione, freddo, tachicardia, tremori, dolori al petto, che a loro volta possono far peggiorare l’ansia perché è difficile riconoscere questi segnali per quello che sono, e a volte vengono scambiati essi stessi per una malattia.
L’ansia fa parte dei segnali che il nostro corpo ci invia, per spingerci ad un’azione efficace, al fine di migliorare il nostro stato. Il saper dare un nome alle sensazioni percepite, è collegato ad un’abilità chiamata interocezione. Clicca su questo link, per un approfondimento sull’interocezione. Quando l’ansia persiste, spesso non si sa come gestirla, in relazione anche al fatto che essa è associata ad una bassa confidenza con i propri segnali corporei. Detto in altro modo, la persona che sperimenta l’ansia, fatica a riconoscere l’ansia in quanto tale e di conseguenza a mettere in atto dei comportamenti che possano alleviarla o risolverla.
La buona notizia è che è possibile migliorare questo rapporto con i segnali del nostro corpo.
Cosa puoi fare da solo?
Riuscire a gestire queste emozioni, quando si presentano, può essere molto importante, in quanto, specialmente se sono di forte intensità, possono essere veramente sgradevoli da sperimentare, perché rendono più difficile il vivere.
Per prima cosa, occorre ricordarsi che queste sono delle emozioni, e come tali, non sono durevoli, si dice nel buddismo che sono impermanenti.
Puoi sperimentare questo piccolo esercizio:
- mettiti comodo e chiudi gli occhi
- porta per un momento la tua attenzione al respiro e ascoltalo. Semplicemente osserva come si muove il tuo corpo nel momento dell’inspirazione e dell’espirazione
- dopo che ti sei soffermato per qualche istante, ora lascia che nella tua mente possa crearsi un’immagine: stai visualizzando un cielo, un cielo azzurro, su cui stanno passando delle nuvole
- resta a guardare queste nuvole che passano e lasciano spazio al cielo. Passando le nuvole, si portano via anche la tua ansia
- prenditi il tempo necessario per fare in modo che le nuvole passino, così come l’ansia, senza fretta
Questa visualizzazione è uno strumento utile, che si può mettere in pratica tutte le volte che ne hai la necessità, dedicandoti del tempo.
Ecco poi uno strumento, per iniziare a prendere confidenza con il tuo corpo e i suoi segnali.
Puoi fare questa attività in qualunque momento, anche quando ti senti tranquillo.
- Disegna un corpo o scarica da internet un disegno del corpo umano per bambini
- Una volta che hai davanti il disegno, fermati un momento e concentrati sul tuo corpo, portando l’attenzione sulle sensazioni che avverti in questo momento. Senti una sensazione? Dove la senti? Di quale intensità?
- Riporta questa sensazione sul foglio: puoi colorare la parte o scrivere qualcosa, in maniera da vedere con i tuoi occhi, quale posto effettivamente occupa questa tua sensazione
- Dopo aver notato la tua sensazione principale, ora sposta la tua attenzione ad altri distretti corporei, a cui prima non avevi dato peso, come le mani o i piedi. Come hai fatto prima, riporta queste sensazioni meno intense sul tuo foglio, prendendoti ancora una volta, tutto il tempo necessario
- Quando pensi di aver terminato, torna a guardare il foglio e osserva un po’ il tuo disegno. Quali sono le parti coinvolte? Che colori hai usato?
Trasferire le sensazioni su un foglio può essere utile a depotenziare le sensazioni e, inoltre, in questo caso serve anche a prendere maggior consapevolezza di come il corpo comunica e si esprime.
Alcune volte, la gestione della paura non è facile e, allora, può essere utile una persona che ti venga in aiuto.
Cosa può fare il counseling?
Il counseling è una relazione d’aiuto, in cui il counselor aiuta il proprio cliente a trovare le risorse dentro di sé, al fine di mettere in atto i giusti comportamenti, per superare le difficoltà che sta attraversando in quel momento.
A questo link, trovi un approfondimento su cos’è il counseling.
Molto spesso, le persone che non sanno, mi chiedono, a chi è rivolto il counseling?
Il counseling si rivolge a tutte le persone che si trovano in un momento difficile e hanno la necessità di essere guidate da qualcuno, per trovare la propria via, per migliorare il proprio stato del momento. Esso può essere inteso come uno strumento di crescita personale.
In questo caso, il counselor può aiutare a gestire meglio le proprie paure o l’ansia.
Attraverso delle sedute di counseling, si può arrivare ad avere una maggior consapevolezza dei propri bisogni, innanzitutto tramite un ascolto profondo, fatto di empatia, non giudizio e accoglienza.
Uno degli obiettivi del counseling è quello di migliorare il dialogo interiore di una persona: avere una maggior confidenza con se stessi, permette di capire meglio ciò che si sta percependo e, di conseguenza, si impara a gestire al meglio le emozioni che si creano dentro di sé.
Un altro aspetto importante, su cui è possibile lavorare con un counselor, è quello di recuperare la propria fiducia, in quanto facilmente ci potrà essere una riduzione dell’autostima, proprio in seguito al perpetuarsi dell’ansia, in quanto ci si può sentire incapaci quando l’ansia non passa.
Il counselor potrà aiutare a riformulare un po’ il proprio stile di vita, trovando la possibilità nella quotidianità di inserire momenti di relax, come l’immersione nella natura, oppure ancora trovare momenti adatti al fine di scaricare le proprie tensioni, nella modalità più adatta al cliente (diversa per ciascunƺ).
In questa relazione d’aiuto, è fondamentale la collaborazione tra counselor e cliente, perché è solo attraverso la creazione di una salda relazione è possibile ottenere i migliori risultati, perché una persona possa sentirsi in grado di riprendere il controllo di sé, esattamente come il capitano di una nave riesce a governare il timone.
In maniera specifica poi, nel mio lavoro, utilizzo molto lo strumento del respiro (qui un approfondimento sul counseling a mediazione corporea che io utilizzo). Esso è qualcosa che può essere usato efficacemente con diversi obiettivi: in base al tipo di respiro utilizzato, si può imparare a modulare l’intensità della propria emozione.
Il respiro può portare tranquillità e rilassamento.
Venendo guidati in queste pratiche, si può apprendere in maniera efficace l’uso del respiro consapevole e quindi fare in modo che esso diventi uno strumento pratico, a cui accedere ogni volta che ne se senta la necessità
In conclusione il counseling può essere d’aiuto nel superare un momento difficile della vita, in cui l’ansia e la paura la stanno facendo da padrone.
Si possono svolgere delle sedute in presenza, in cui counselor e cliente si incontrano vis-a-vis, ma per chi lo preferisce anche l’on-line counseling può essere un’opzione, valutando caso per caso.
Non lasciare che l’ansia vinca, se pensi che il counseling possa aiutarti, non esitare a contattarmi.
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