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Counseling

Counseling on-line: pregi e difetti

By 28 Novembre 2021No Comments
Il counseling è solitamente svolto in presenza, tuttavia sempre più persone lo richiedono come relazione a distanza. Nel lavorare a distanza, vi sono differenze rispetto ad essere in presenza, occorre conoscerle per poter sfruttare al meglio tutte le possibilità.

Relazione d’aiuto a distanza: un cambiamento richiesto

Nel Mondo, il processo di digitalizzazione sta avvenendo ad un ritmo elevatissimo e, naturalmente, sta coinvolgendo tutti gli ambiti della vita: la medicina, la Pubblica Amministrazione, le banche, la scuola e, non poteva certo mancare, il mondo delle relazioni d’aiuto come la Psicologia e il Counseling.
La pandemia da Coronavirus, iniziata nel 2020, ci ha costretto ad aumentare le distanze fisiche ed è sotto gli occhi di tutti, quali cambiamenti rispetto alla quotidianità ci ha chiamato a fare: in primis la scuola, dove bambini/e e ragazze/i per un certo periodo hanno svolto le lezioni in Dad, e poi molti luoghi di lavoro hanno richiesto ai propri lavoratori lo smartworking o come mi piace dire di più, il lavoro da remoto.
Questi cambiamenti non sono stati scelti, ma in qualche modo imposti, eppur tuttavia abbiamo dovuto adattarci, per permettere che la vita potesse continuare, nonostante la pandemia e le precauzioni richieste.
Questo adattamento al mondo digitale, era in buona parte già avviato, il Covid ha dato una spinta notevole e molte persone, molti professionisti si sono trovati a dover utilizzare strumenti nuovi o ad implementare delle pratiche già in essere: la telemedicina è un esempio, una forma già esistente, che si è ulteriormente sviluppata.
Per quanto riguarda il counseling, nella seconda decade degli anni 2000, vi sono esperienze documentate di sedute effettuate al telefono, per varie motivazioni, questo per poter raggiungere per esempio in territorio americano, delle persone che abitavano a distanza. Questi studi descrivono l’esperienza del counseling ad affiancamento della medicina o della fisioterapia, per la promozione della salute, per favorire la cessazione dal fumo, …
Oggi, alcune persone hanno ancora paura delle relazioni, a causa del virus, per questo cercano di rispondere alla loro esigenza di farsi aiutare, chiedendo degli incontri a distanza, delle sedute on-line.

 

I cambiamenti nel counseling

Partiamo da un presupposto: durante il tempo della pandemia, l’on-line ci ha permesso di restare connessi, poiché il problema principale di questo periodo è proprio la distanza, per la paura del contagio o semplicemente come forma di prevenzione. Il bisogno di essere collegati agli altri è innato negli esseri umani e dunque vedersi a video, quando non era possibile in presenza, è stato in ogni caso un grande aiuto.
Un altro elemento da considerare è che la grande pandemia che stiamo vivendo, sta facendo percepire il mondo esterno come qualcosa di minaccioso e quindi da evitare il più possibile e, dunque un incontro smaterializzato, a molte persone appare come qualcosa di preferibile.

Questa cornice si presenta un po’ come la base per i “nuovi” incontri di counseling.
I lockdown dei mesi precedenti hanno fatto si che le richieste di aiuto aumentassero e, dunque aumentasse anche il numero di coloro che pensano di rivolgersi, tra le varie relazioni d’aiuto, anche ad un counselor.
E il counseling risponde a questa nuova esigenza, spostandosi, quando richiesto e quando si ritiene utile, nella sua versione on-line, che si presenta in una veste diversa rispetto all’essere in presenza.
Gli elementi principali che rendono diverso il counseling da remoto, rispetto a quello in presenza sono:
• la distanza
• il luogo di svolgimento
• la mancanza di contatto

 

Il luogo del counseling

Un primo elemento, profondamente diverso, è che nel counseling a distanza, cambia il luogo: il colloquio non si svolge più nello studio del counselor, bensì davanti ad un schermo, che si trova nella propria abitazione o al massimo nel proprio ufficio, in ogni caso in un posto diverso dallo studio del counselor.
Il fatto di non dover raggiungere un posto fisico, permette di risparmiare tempo e, per molte persone questo è un grande vantaggio, in mezzo ai 1000 impegni quotidiani professionali e personali.
Va considerato anche il fatto, che per molti il tempo del viaggio, sia prima dell’incontro che dopo, serve ad orientarsi interiormente rispetto a quanto vivranno o hanno vissuto durante la seduta; questo significa che, in un incontro on-line, c’è il rischio di passare direttamente da un’attività che richiede grande impegno, all’incontro di counseling, che favorisce generalmente la riflessione personale, per tornare di nuovo in brevissimo tempo alla propria quotidianità, perdendosi dei pezzetti, che pur non facendo parte dell’incontro formale, però sono utili all’ottimizzazione del raggiungimento dell’obiettivo.
Su questo punto, naturalmente si può ovviare scandendo bene i propri tempi, evitando di organizzarsi secondo tempistiche troppo strette.
L’ambiente dove si svolge il counseling è fondamentale, solitamente lo studio del counselor è un ambiente già adatto a favorire le migliori condizioni per la sessione, quando si è nella propria casa o comunque in un luogo diverso, è necessario curare alcuni aspetti affinché si svolga tutto al meglio.

 

La distanza

Un secondo elemento che fa differire l’incontro in presenza è la distanza tra professionista e cliente: ciascuno si trova in luogo diverso e questo fa si che non siano presenti gli elementi tipici della vicinanza fisica ad una persona.
Quello che può essere assente sono il contatto fisico, gli scambi non verbali sono più difficili, facendo si che la relazione presenti dei vizi.
Nello stesso tempo però, per qualcuno la distanza è un vantaggio, perché ci si sente meno esposti, il senso di vergogna può essere di meno, il senso di sicurezza può essere maggiore.
In più bisogna considerare l’aspetto che in questa modalità è possibile raggiungere persone, anche molto distanti dalla propria abitazione, in quanto se si dovesse raggiungere un professionista che si trova a 100 km, ci penserei un po’ prima di percorrere tutta quella strada. Viceversa con il counseling on-line le distanze sono abbattute e posso scegliere quel professionista, perché me lo hanno consigliato, sebbene sia lontano.
Ci sono due schermi che separano gli interlocutori e la percezione può essere differente: il fatto di vedere ingrandito il volto dell’altro per tutta la durata del colloquio, è sicuramente non naturale, in quanto abitualmente lo sguardo si sposta e non resta fisso solo sul volto e sulla porzione superiore del corpo.
Il fatto di non avere fisicamente l’altro accanto a sé, comporta che ci si possa sentire più a proprio agio, se si parte già da una percezione di essere vulnerabili. Dall’altra parte, mancando il contatto, il cliente potrebbe avere la sensazione di essere più solo e non adeguatamente supportato nelle varie fasi che attraversa durante l’incontro.

 

Il contatto e il corpo

Un’ulteriore diversità tra i due tipi di counseling è il fatto che on-line, è facile dimenticarsi del corpo e delle sue sensazioni, mentre soprattutto per il counseling a mediazione corporea, quest’aspetto è fondamentale.
Il lavoro sul corpo, il dare rilevanza e l’educazione all’ascolto delle proprie sensazioni sono importanti obiettivi.
Trovandosi a distanza, non potendo osservare il corpo nella sua globalità, il counselor può trovarsi in difficoltà su questo aspetto.
Va comunque considerato che è possibile stimolare l’attenzione al corpo, anche da remoto, richiamando l’attenzione al proprio respiro, strumento imprescindibile nella mediazione corporea.
Inoltre il counselor esperto, saprà ottimizzare quelli che sono i limiti del colloquio a distanza, con le necessità che emergono, rispetto a questo tema del corpo, che rischia di essere un po’ dimenticato nella stanza virtuale.

 

Lo svolgimento della seduta

Un colloquio di online counseling, si svolge normalmente su una piattaforma virtuale, tra le tante che il mercato offre: Skype, Zoom, Meet o Teams.
Al di là delle specifiche di utilizzo di ciascun programma, l’incontro ha la stessa durata di un colloquio in presenza, dunque circa 60 minuti.
Lavorare a distanza, permette di raggiungere gli stessi obiettivi di una normale seduta di counseling.

Da questo scritto si può notare come esistono decise differenze tra il lavoro da remoto e quello in presenza. Non c’è una scelta migliore di un’altra a priori, io penso che essa venga determinata in relazione alle esigenze e alle preferenze di ciascuno, ponderando le varie caratteristiche di cui si è parlato nell’articolo.

Se anche tu ti senti pronto per un colloquio di counseling on-line, contattami qui.