Le persone altamente sensibili (PAS in italiano o HSP in inglese) hanno caratteristiche specifiche e, una di queste caratteristiche è proprio l’emotività. Questa emotività può portare con sé anche ansia, che solitamente è frutto di reazioni “antiche”, ovvero conseguenza di comportamenti appresi durante l’infanzia o l’adolescenza e che continuano anche in età adulta.
È possibile conoscere di più su questo aspetto dell’alta sensibilità e, nello stesso tempo, apprendere un modo di gestire questa parte di sé, che possiede anche una caratteristica che può aprire grandi porte: l’empatia.
L’emotività nelle persone altamente sensibili
Le persone altamente sensibili (PAS) o highly sensitive persons (HSP), come già detto in questo articolo, sono persone che hanno una modalità di funzionamento del sistema nervoso, leggermente diverso rispetto al resto della popolazione. In generale si può dire che tutti gli stimoli, interni ed esterni vengano elaborati in maniera più profonda e questo comporta una serie di conseguenze, di comportamenti e reazioni che rende queste persone un po’ differenti.
Una di queste conseguenze, riguarda la sfera dell’emotività. Le HSP sono generalmente più emotive, ovvero soprattutto davanti a situazioni nuove rispondono con un coinvolgimento emozionale più intenso, a volte anche con una certa iper-reattività che li fa vedere con sospetto da parte delle persone che li circondano.
Le loro reazioni emotive li portano più facilmente a piangere, a ridere, a commuoversi, a vergognarsi, a reagire al disprezzo degli altri.
Il fatto che la risposta emotiva sia più intensa, non significa che sia necessariamente evidente all’esterno; in altre parole una HSP può avere un’intensa reazione emotiva davanti ad una certa situazione, ma viverla tutta interiormente, poiché per qualche motivo, che approfondiremo più avanti, potrebbe non voler farsi vedere dagli altri.
La risposta alle emozioni
L’intensità delle emozioni riguarda sia la reazione di fronte a situazioni altamente stressanti, sia la reazione davanti a situazioni piacevoli. Questo è importante, poiché spesso ci si focalizza solo sulla reattività nelle situazioni spiacevoli, mentre sapere che questa reattività sia presente in contesti tra loro opposti, rende questo aspetto una semplice caratteristica e non una problematica da affrontare.
Questa alta reattività alle emozioni, secondo alcuni studi del 2012 e del 2016 di Jagiellowicz* sarebbe dovuta ad un’attivazione maggiore di alcune aree cerebrali legate all’emotività, alla memoria e alla regolazione fisiologica, peculiarità riscontrabile in tutte le persone HSP.
Una delle problematiche emotive che frequentemente riferiscono le persone altamente sensibili è l’ansia che li accompagna in tantissime attività.
Ecco alcuni esempi.
– Antonia una volta mi disse che tutte le volte che doveva andare in vacanza, iniziava con le reazioni ansiose già a partire da due settimane prima: il cuore le batteva più forte, percepiva un po’ di mancanza di fiato. E solo perché doveva affrontare una novità: il viaggio, il luogo di vacanza, i possibili incontri, tutto questo la faceva reagire in modo esagerato.
– Marco riferisce che per lui l’ansia si manifesta quando deve incontrare una persona nuova per lavoro: nel momento in cui fissano un nuovo incontro, la sera prima non dorme o dorme male, suda molto, i suoi pensieri ruminano sul come andrà l’incontro.
Questi due esempi rendono l’idea di come in chi è altamente sensibile si possano creare grandi difficoltà, anche nei contesti più semplici di vita quotidiana.
L’ansia nelle persone altamente sensibili
L’ansia che si attiva, se non è ben gestita può influenzare negativamente tutta la giornata: il pensiero che entra in un circolo vizioso da cui non si riesce ad uscire, manifestazioni fisiche come palpitazioni o fiato corto, che possono poi diventare a loro volta ulteriore fonte di ansia, in quanto non se ne comprende bene l’origine.
Naturalmente sono molte le persone che soffrono di ansia, non solo le HSP e apprendere strumenti per la sua gestione può essere molto utile a tutti.
Nell’alta sensibilità è importante, oltre alla gestione (qui puoi trovare alcuni strumenti efficaci), anche comprendere come inizia, quali sono le situazioni principali che la innescano e poi anche quali sono i pensieri che si insinuano più facilmente.
Conoscere il momento in cui si sta per entrare nel vortice di pensieri che porta ad aumento di questa ansia è un’altra strategia utile per l’anticipazione dell’ansia.
Il modo di vivere questa emotività è spesso differente tra maschi e femmine, in quanto per ragioni soprattutto culturali, i maschi hanno più tendenza a nascondere le proprie emozioni, per non farsi vedere deboli, per la paura di un rifiuto da parte degli altri compagni, …
Il fatto di “tenere dentro di sé” queste emozioni può essere veramente faticoso, al contrario permettere il loro libero e naturale fluire può far vivere in maniera più leggera.
Anche in questo caso, diventare consapevoli di questo modo di interpretare le proprie emozioni e, imparare a regolarne l’espressione crea un rapporto diverso con il proprio corpo, aumentando la sensazione di padronanza di quanto ci accade e di conseguenza un aumento del benessere.
L’empatia nelle persone altamente sensibili
Una sfaccettatura diversa di questa alta sensibilità, che inizia sempre per E come emotività è l’empatia.
Essere empatici significa sapersi mettere nei panni dell’altro, percependo ciò che l’altro sente.
Le persone HSP sono dotate di grande empatia.
Nel mondo di oggi, trovo che l’empatia, che è una qualità di cui si sente molto parlare, sia fondamentale per dare importanza a tutte le relazioni umane che intervengono nella nostra vita: in ambito professionale, personale e anche nei contesti informali.
Le persone altamente sensibili sono in grado facilmente di sentire ciò che percepiscono gli altri, e per questo motivo sono in grado di stabilire delle ottime relazioni.
Il rischio principale è quello di passare i confini, ovvero di lasciarsi coinvolgere troppo in un rapporto umano, in cui magari era meglio tenersi un po’ più distanti.
Esistono poi casi in cui una HSP si chiude a riccio, proprio per evitare di “sentire troppo”, ovvero accade che qualcuno, a causa di un malessere personale, non arrivi a tollerare di sentire anche il disagio degli altri e, come difesa, evita il contatto con gli altri, proprio per proteggersi dalle sensazioni sgradevoli.
Il fatto di chiudersi, da un lato protegge, ma dall’altra parte impedisce anche le percezioni positive, le emozioni che ricaricano, privando la persona di un aspetto importante e piacevole della vita.
L’alta sensibilità non è solo percepire maggiormente le emozioni negative e reagire con fatica, ma è anche vivere con più intensità quelle che chiamiamo emozioni positive (come la gioia o la felicità).
Questa sensibilità vantaggiosa** è un elemento da sfruttare, nel senso che al posto di focalizzarsi sull’aspetto della reattività ad eventi/situazioni difficili, si può puntare a fare in modo che si valorizzino i momenti e le occasioni in cui ci si sente bene, con una cascata di effetti che una volta tanto non porta verso l’esaurimento, ma verso il benessere e la positività.
L’articolo ti ha incuriosito e vuoi approfondire l’alta sensibilità? Contattami qui, sarò felice di ascoltarti.