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Counseling

Un cambiamento epocale

By 11 Ottobre 2022No Comments

Stiamo vivendo un periodo di grandi crisi e cambiamenti. Occorre cercare di fare surf sulle onde di questi mutamenti e per farlo è necessario iniziare da se stessi, operando un modo diverso di vedere le cose e di pensiero.

La storia ci insegna come ciclicamente si siano presentate guerre, carestie, epidemie, siccità, crisi economiche. Quando si studia la storia a scuola, venendo a conoscenza degli eventi, ci si sente distanti da quanto è successo ad altre persone.

Nonostante questi periodi di grande crisi siano già capitati a milioni di individui, trovarsi immersi personalmente in questo genere di difficoltà rende molto difficile attraversare quel momento e ancora di più lo è viverlo con serenità.

Una delle situazioni peggiori che la storia ci ha consegnato, è stata la diffusione della peste, una delle più grandi pandemie che sia mai capitata. Essa si è diffusa sostanzialmente in tutto il mondo, in epoche diverse, mietendo milioni di vittime.

Nel 1300 in Europa, si stima che abbia portato a morte circa 20 milioni di persone, ovvero un terzo della popolazione di quell’epoca.

Senza dubbio questo ha portato ad una rivoluzione nella società del tempo: il grande calo demografico portò ad un cambiamento nel lavoro, dove il calo della manodopera, ne fece aumentare il costo orario e questo contribuì ad un aumento del benessere.

Inoltre questo stimolò anche il pensiero tecnico-scientifico, dove per cercare di arginare la diffusione della peste, si diede maggior impulso agli studi anatomici ed epidemiologici.

Un altro esempio di situazione storica che ha comportato grandi sconvolgimenti è stata la grande crisi economica mondiale del 1929, che iniziò “ufficialmente” il giovedì nero del 24 ottobre proprio del 1929 con il crollo della Borsa di Wall Street.

Le conseguenze colpirono la produzione industriale, con riduzione di quest’ultima di circa il 50% negli Stati Uniti d’America e, successivamente ci fu un interessamento anche da parte del settore bancario. Tutto questo si era trasferito sul resto della popolazione anche con una diminuzione dei salari e di conseguenza una riduzione dei consumi.

Solo nel 1933 con l’intervento di F. Roosevelt, che portò ad una serie di riforme sociali ed economiche (il New Deal), lentamente iniziò la ripresa.

Questi sono solo due esempi storici di crisi sanitaria ed economica, ma certamente approfondendo gli studi si possono trovare migliaia di situazioni simili.

Un aspetto su cui mi viene da riflettere in maniera naturale è sul come si sentissero le persone che hanno vissuto in quel momento: quali erano i loro pensieri? Quali erano le loro emozioni? E come agivano o re-agivano alla situazione?

Tornando per un istante alla pandemia di peste, posso solo immaginare come possano essersi sentite le persone sopravvissute a quel momento.

La sofferenza di vedere morire molte delle persone care, intorno a sé. Magari il chiedersi qual era il significato di quello che stava accadendo, con la fatidica domanda “Perché proprio a me questa sofferenza?”.

Molti avranno cercato sollievo alle proprie pene in un Dio, che forse sentivano lontano.

Molti saranno stati preoccupati per il futuro, perché magari era venuto meno il loro sostegno economico.

E i governanti cosa avranno pensato? Magari erano totalmente disinteressati a quanto stava succedendo o magari erano profondamente pensierosi in merito ai propri affari o forse si occupavano di quello che avrebbero potuto fare per contenere l’avanzamento di questa malattia.

E oggi, a che punto siamo?

Siamo di fronte ad una pandemia che non vuole esaurire i propri effetti, una guerra in Europa che si fa sempre più a noi vicina, una crisi energetica legata ad un innalzamento dei prezzi delle fonti, una crisi economica in atto ormai da 15 anni e una crisi legata ad un cambiamento climatico che non solo è già in atto, ma che ogni anno sembra voler accelerare i propri effetti.

Quindi posso dirlo proprio, siamo di fronte a cambiamenti epocali, che, non solo saranno ricordati nella storia, ma che inevitabilmente stanno portando e porteranno ad una rivoluzione, a dei cambiamenti che coinvolgeranno la nostra popolazione prevedibilmente in ogni ambito della vita.

E le nostre vite ne sono e ne saranno profondamente alterate, che noi lo vogliamo o meno.

Ciascuno di noi, possiede il proprio pensiero e la propria opinione su quanto sta succedendo nel mondo: sulle cause che hanno scatenato queste crisi, su come queste stesse crisi sono state e stanno venendo gestite da Governi ed Enti mondiali.

E quanto stiamo vivendo genera in ognuno di noi sentimenti diversi: sofferenza, paura, rabbia, indifferenza, sgomento e qualunque altra reazione emotiva. E naturalmente anche i comportamenti sono i più disparati.

Qui, non è la sede per giudicare cosa sia giusto o sbagliato, ciò che ritengo importante da tenere in considerazione, prendendo spunto da un articolo di Marinella de Simone, è che siamo in una crisi di percezione, ovvero che il nostro modo di pensare che si adattava bene fino a qualche tempo fa, ora è inadeguato.

Per la nostra sopravvivenza è necessario adottare una visione d’insieme, in cui si comprende che ogni crisi è collegata alle altre, in un rapporto in cui ciascun elemento è, nello stesso tempo, causa ed effetto delle altre.

Innanzitutto un cambiamento nel pensiero dunque. E non si tratta di essere positivi o di pensare “tutto andrà bene”, come abbiamo letto fuori dalle case qualche tempo fa, bensì di prendere consapevolezza di quanto sta accadendo intorno a noi e di abbracciare questo cambiamento.

La pandemia e, a seguire, tutto quanto è accaduto hanno peggiorato stress, ansia e depressione e ad oggi si stima che la sua prevalenza nella popolazione generale sia pari al 30%.

Questo modo di percepire il distress, le modalità con cui si mettono in campo le proprie risorse sono alla base anche delle difficoltà con cui ciascuno affronta gli eventi.

Nel 1994 l’OMS aveva già prodotto un documento, in cui sottolineava l’importanza di portare le life skills nelle scuole, al fine di favorire la messa in gioco di risorse proprie per affrontare la vita. Per life skills si intendono un insieme di abilità e competenze socio-emotive che è necessario conoscere per relazionarsi con gli altri e più in generale affrontare stress e pressioni della propria quotidianità.

Letteralmente “abilità di vita”, esse permettono di affrontare al meglio, in maniera personale queste crisi a cui si è di fronte.

Nello stesso tempo, esse permettono a livello di comunità di portare nuove soluzioni e una maggior tolleranza.

Sottolineo solo una di queste abilità che è il pensiero creativo: esso consente di guardare con occhi diversi agli eventi, permette di esplorare le alternative possibili e anche di comprendere le conseguenze nel breve e medio termine delle azioni che si vanno ad intraprendere. Esso è quindi una risposta adattiva alla propria quotidianità.

Sono convinto che non tutto ciò che ci accade sia governabile e sotto il nostro diretto controllo, in quanto una buona percentuale dell’evento dipende da cause esterne. Tenendo conto di questo, con la nostra visione, con il nostro modo di pensare e di agire, possiamo prendere per mano la crisi e condurla in una direzione che sia più consona.